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Fonti primarie e secondarie nella ricerca infermieristica: come orientarsi



Quando si inizia a costruire una tesi di laurea in infermieristica – soprattutto se basata su una revisione della letteratura – è fondamentale comprendere la differenza tra fonti primarie e fonti secondarie. Questa distinzione aiuta non solo a selezionare articoli di qualità, ma anche a strutturare in modo rigoroso la revisione e la discussione dei risultati.


Fonti primarie: la base dell’evidenza scientifica

Le fonti primarie sono quelle che presentano per la prima volta risultati di una ricerca originale. Si tratta di studi condotti direttamente dai ricercatori, con una metodologia descritta nel dettaglio, e che forniscono dati raccolti tramite esperimenti, osservazioni o indagini cliniche.


Esempi di fonti primarie:

  • Studi randomizzati controllati (RCT)

  • Studi di coorte o casi-controlli

  • Studi osservazionali

  • Trial clinici

  • Articoli originali pubblicati su riviste scientifiche peer-reviewed


Nella revisione della letteratura, le fonti primarie rappresentano l’elemento centrale per descrivere le evidenze su cui si basa il lavoro. Analizzarle con criterio (attraverso griglie di lettura o schemi riassuntivi) permette di comprendere i risultati, confrontare gli approcci e valutare l’impatto sulla pratica infermieristica.


Fonti secondarie: sintesi e interpretazione delle evidenze

Le fonti secondarie, invece, non presentano dati originali, ma forniscono una sintesi, una revisione o una riflessione critica su un insieme di fonti primarie già pubblicate.


Esempi di fonti secondarie:

  • Revisioni della letteratura (narrative o sistematiche)

  • Linee guida cliniche

  • Documenti di consenso di società scientifiche

  • Editoriali, commentari, articoli di opinione


In particolare, le revisioni sistematiche e le linee guida sono preziosissime per una tesi infermieristica, perché offrono una panoramica aggiornata delle migliori pratiche basate sull’evidenza. Tuttavia, è importante ricordare che anche queste fonti, per quanto affidabili, vanno affiancate alle fonti primarie per evitare il rischio di basarsi solo su interpretazioni “di seconda mano”.


Come bilanciare le fonti nella tua tesi

Un buon lavoro di tesi deve integrare entrambe le tipologie di fonti, valorizzando il contributo degli studi primari, ma anche sfruttando le sintesi delle fonti secondarie per costruire un discorso solido e coerente.

Ecco un esempio di bilanciamento:

  • Utilizza fonti primarie per descrivere i risultati della ricerca (es. 5–7 articoli originali)

  • Usa fonti secondarie per contestualizzare (es. una linea guida o una revisione recente)

  • Verifica sempre che la fonte sia pubblicata su banche dati certificate (PubMed, CINAHL, Cochrane)


    Hai ancora dubbi su quali fonti selezionare o come costruire la tua revisione?


    Il team di tesiinfermieristiche.it è qui per aiutarti con una consulenza personalizzata, dalla ricerca bibliografica alla strutturazione del lavoro.

    Contattaci su WhatsApp o email per un supporto senza impegno.


 
 
 

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